"La Porta Rossa", il valore di un ingresso

Mikhail Roginsky, Porta (1965), legno, olio, metallo - Collection of Leonid Talochkin, private collection
Mikhail Roginsky, Porta (1965), legno, olio, metallo - Collection of Leonid Talochkin, private collection

A mio cugino piace l'arte
Mikhail Roginsky, Beyond the Red Door. Evento Collaterale della 14ma Mostra Internazionale di Architettura – la Biennale di Venezia
Venezia, Ca' Foscari Esposizioni - fino al 28 settembre 2014

La funzione di una porta è quella di far entrare; la funzione di una porta è quella di far uscire; la funzione di una porta è infine quella di espellere o di accogliere. Essa rappresenta il confine tra il privato e il pubblico. Ma una porta chiusa nasconde qualcosa di non svelato. Il mistero svanirà nell'attimo in cui verrà aperta. Tuttavia la porta è soprattutto un oggetto comune e funzionale. Anzi, la sua larga funzionalità lo rende straordinariamente comune. E quella di Roginsky è, sia nella struttura che nel colore, molto  semplice e popolare, ma, soprattutto, rappresenta, all'interno dell'esposizione a lui dedicata, il passaggio dall'oggetto recuperato e assurto a opera d'arte, all'oggetto dipinto e nobilitato da una ricerca stilistica essenziale, compositivamente e cromaticamente sobria. Non è mai sufficiente ricordare che essenzialità e sobrietà fanno parte di discorsi artistici sofisticati, quindi importanti. La "porta rossa" chiude perciò i battenti alla datata esperienza Pop, ma li apre al recupero di un'esperienza espressiva sicuramente più ordinata e solida.

The function of a door is to do enter; the function of a door is to do quit; the function of a door is finally to expelling or to accommodate. It represents the boundary between the private and the public. But a closed door hides something which not revealed. The mystery will vanish in the moment in which will open. However the door is above all a common and functional object. Indeed, its large functionality makes it extraordinarily common. And the red door of Roginsky is, both in structure and in color, very simple and popular, but, above all, represents, within the exhibition dedicated to him, the transition from the recovered object and which has become a work of art, the painted object and ennobled by a stylistic research, with simplicity chromatic and composition. It is never enough to remember that simplicity and sobriety are part of sophisticated artistic discourses, so important. The “red door” therefore closes its doors to dated pop experience, but opens for the viewer the recovery certainly of an expressive experience definitely more orderly and solid.

francesca marotta

 

Francesca Marotta: giornalista di moda e beauty, curiosa, sognatrice, anticonformista. Amo l’Italia, l’arte, le esperienze, gli stili di vita, il design... da wow!